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Pasolini Anatomia di un omicidio: la mostra che riaccende la memoria a 50 anni dalla sua morte

Introduzione: Bologna celebra Pasolini, 50 anni dopo

Cinquant’anni dopo la tragica notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, Bologna accende le luci su uno degli snodi più dolorosi e misteriosi della storia culturale italiana. Pier Paolo Pasolini — poeta, scrittore, regista, voce critica e scomoda — torna protagonista attraverso la mostra “Pasolini. Anatomia di un omicidio”, un progetto della Cineteca di Bologna che riporta alla luce gli ultimi mesi di vita di un uomo che, ancora oggi, continua a parlare al nostro tempo.

Allestita alla Galleria Modernissimo dal 30 ottobre 2025 all’8 febbraio 2026, la mostra è curata da Gian Luca Farinelli, Marco Antonio Bazzocchi e Andrea Speranzoni, con la scenografia e un’installazione firmata da Giancarlo Basili.
A completare questo omaggio, la città offre anche la Maratona Pasolini al Cinema Modernissimo e l’installazione “The Setting of Violence” al MAMbo, creando un trittico di memoria, arte e riflessione civile.

La mostra “Pasolini. Anatomia di un omicidio”: un viaggio negli ultimi mesi di vita del poeta

Dalla notte dell’Idroscalo alla cronaca di un delitto irrisolto

La notte tra l’1 e il 2 novembre 1975 resta una ferita aperta nella coscienza italiana. All’Idroscalo di Ostia, Pier Paolo Pasolini venne brutalmente ucciso.
La versione ufficiale fornita da Pino Pelosi venne subito accettata dai notiziari, alimentando una narrazione che sembrava voler attribuire allo stesso Pasolini una sorta di colpa morale. Si ricorse perfino al titolo del suo romanzo, Una vita violenta, per seppellire la memoria scomoda di chi aveva denunciato senza paura i mali del potere.

Cinquant’anni dopo, la mostra bolognese non pretende di riscrivere la verità processuale, ma ricostruisce con precisione storica e documentaria le ultime settimane di vita del poeta, offrendo un ritratto umano, politico e artistico di straordinaria intensità.

I curatori e il progetto espositivo alla Galleria Modernissimo

L’allestimento firmato da Giancarlo Basili, scenografo e artista, trasforma gli spazi sotterranei della Galleria Modernissimo in un percorso immersivo tra parole, immagini e suoni.
Ogni sezione della mostra segue un filo temporale e tematico: le ultime interviste, gli articoli sul Corriere della Sera, gli appunti di lavoro per Petrolio, e le fotografie scattate da Dino Pedriali tra Sabaudia e la Torre di Chia nell’ottobre 1975 — gli ultimi ritratti del poeta vivente.

Fotografie, lettere, articoli e materiali inediti: il racconto di un uomo e del suo tempo

Oltre ai celebri scatti di Pedriali, la mostra espone documenti originali, lettere private, scritti giornalistici e manoscritti cinematografici.
Questi materiali restituiscono un Pasolini consapevole del pericolo, lucido e profetico, che ancora scriveva, viaggiava e sognava nuovi progetti artistici.
Un testamento intellettuale che attraversa il buio della Storia per tornare oggi, a ricordarci quanto la sua parola sia rimasta necessaria.

Il significato culturale e civile della mostra

Una ferita che non si è mai rimarginata

Come ha ricordato Gian Luca Farinelli, l’uccisione di Pasolini fu percepita subito come un lutto collettivo, una ferita che “non è stata rimarginata da una verità processuale”.
Nonostante i decenni trascorsi, il mistero rimane, insieme alla sensazione di un depistaggio che ha protetto i veri colpevoli.
La mostra diventa allora uno spazio di coscienza, dove la memoria incontra la ricerca della verità.

Il potere della memoria e la voce ancora viva di Pasolini

Visitare Pasolini. Anatomia di un omicidio significa confrontarsi con un’eredità viva.
Ogni documento, ogni immagine, ogni frammento di voce riaccende la forza critica di un intellettuale che aveva compreso — prima di molti — la deriva culturale e morale dell’Italia contemporanea.
La mostra diventa così un atto politico e poetico, una riflessione sulla verità, la giustizia e il coraggio di dire “io so”.

Gian Luca Farinelli e la verità negata: il ricordo personale di un testimone

Le omissioni e i depistaggi che hanno segnato la storia

“È stato ucciso un poeta.” Con queste parole, Alberto Moravia sintetizzò il sentimento di un intero Paese durante l’orazione funebre a Campo de’ Fiori.
Ma, come sottolinea Gian Luca Farinelli, attuale direttore della Cineteca di Bologna, quella ferita non è mai stata sanata da una verità processuale.
Pasolini, perseguitato in vita da trentatré procedimenti giudiziari, non ebbe mai giustizia nella morte. Le indagini furono superficiali, molti indizi ignorati, e attorno all’omicidio si mossero — come ricorda Farinelli — “figure iscritte alla loggia massonica P2”, in un intreccio inquietante di silenzi e complicità.

Questa parte della mostra non offre soluzioni, ma ricompone la cronologia dei fatti e le dinamiche di potere che fecero di Pasolini una vittima scomoda.
Come scrisse lui stesso nel suo celebre articolo Io so, pubblicato sul Corriere della Sera nel novembre 1974, “Io so i nomi dei responsabili, ma non ho le prove”.
Una dichiarazione che suona oggi come un testamento civile e politico.

Pasolini contro il potere: “Io so” e l’accusa al sistema politico italiano

L’articolo Io so è uno dei fulcri ideali dell’intera mostra.
Attraverso fotografie, ritagli di giornale e videointerviste, i curatori hanno ricostruito il clima politico e culturale dell’Italia degli anni Settanta, segnata dalle stragi, dai misteri di Stato e dal degrado morale delle istituzioni.
Pasolini, con la sua voce lucida e provocatoria, denunciò senza mezzi termini la corruzione e la violenza del potere.

La sua “anatomia di un omicidio” non riguarda solo la morte fisica, ma anche quella morale e simbolica di un Paese incapace di guardarsi allo specchio.
E proprio per questo, oggi più che mai, la mostra assume il valore di un atto di verità, un invito a non dimenticare.

La Maratona Pasolini al Cinema Modernissimo: cinema, parole e verità

Proiezioni, incontri e restauri: un mese di cinema dedicato a PPP

Parallelamente alla mostra, Bologna dedica l’intero mese di novembre alla Maratona Pasolini, un’iniziativa curata da Gian Luca Farinelli e Roberto Chiesi in collaborazione con Paolo Luciani (Fuori Orario) e Rai Teche.
Un calendario fitto di incontri, film e documentari che attraversano la carriera e il pensiero del poeta-regista.

Il 1° novembre, alle ore 17.45, si apre con un dialogo tra Farinelli, Marco Antonio Bazzocchi e Andrea Speranzoni, seguito dalle letture pasoliniane di Jacopo Trebbi e dal concerto di Cristina Zavalloni accompagnata da Daniele Furlati.
Alle ore 20, Marco Tullio Giordana presenta la versione restaurata del suo film Pasolini, un delitto italiano (1995), seguita, a mezzanotte e un quarto, dalla proiezione di Salò o le 120 giornate di Sodoma, introdotta da Paolo Desogus, Bazzocchi e Farinelli.

Il 2 novembre, alle 21, sarà la volta del documentario Pasolini. Cronologia di un delitto politico, presentato dal regista Paolo Fiore Angelini e Andrea Speranzoni.
L’intero programma è disponibile sul sito ufficiale della Cineteca di Bologna 👉 https://cinetecadibologna.it/programmazione/rassegna/maratona-pasolini/.

Il programma completo e gli ospiti dell’iniziativa

La rassegna include anche sei interviste inedite della TV francese, mai trasmesse in Italia, e un documentario-ritratto realizzato un anno prima della morte di Pasolini, in cui l’autore riflette sulla sua poetica cinematografica e sul progetto di Petrolio, rimasto incompiuto.
Il Cinema Modernissimo si trasforma così in un grande archivio vivente, un luogo dove il cinema torna ad essere strumento di indagine e memoria collettiva.

L’installazione “The Setting of Violence” al MAMbo

Rein Jelle Terpstra e il dialogo artistico con il buio pasoliniano

Dal 28 ottobre al 2 novembre 2025, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ospita l’installazione The Setting of Violence dell’artista olandese Rein Jelle Terpstra, un progetto sostenuto dal Mondriaan Fund e dal Dommering Fonds, in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna.
L’opera, allestita nella Sala delle Ciminiere, è un percorso sensoriale e visivo che prova a rappresentare il “buio” attorno alla morte di Pasolini — un buio fatto di omissioni, silenzi e memoria collettiva.

L’arte contemporanea come strumento di riflessione collettiva

L’installazione non si limita a commemorare, ma invita a riflettere sul concetto stesso di violenza, sia fisica che simbolica.
Attraverso luci, suoni e materiali d’archivio, Terpstra costruisce un dialogo poetico e politico con Pasolini, restituendo la sensazione di una ferita che non si chiude ma continua a generare domande.
Un’esperienza immersiva che completa idealmente il percorso iniziato alla Galleria Modernissimo e al Cinema Modernissimo.

Pasolini oggi: perché la sua voce continua a parlare al presente

L’attualità della sua analisi sociale e politica

A cinquant’anni dalla sua morte, Pier Paolo Pasolini continua a essere una delle figure più attuali e discusse della cultura italiana.
Le sue analisi sull’omologazione, sulla perdita dei valori e sull’impoverimento linguistico e morale dell’Italia del consumo si sono rivelate profetiche.
Rileggere oggi i suoi articoli, i suoi film e le sue poesie significa confrontarsi con una coscienza critica che non ha mai smesso di interrogare il presente.

Un’eredità che attraversa generazioni e linguaggi

Pasolini parla ai giovani, agli artisti, agli studiosi, ma anche a chi cerca ancora una verità morale in un Paese segnato da contraddizioni e ipocrisie.
Le iniziative della Cineteca di Bologna dimostrano che la sua voce non è un reperto del passato, ma una forza viva che attraversa cinema, arte, musica e società.
In un mondo sempre più distratto, ricordarlo significa difendere il diritto alla complessità, alla libertà e alla parola scomoda.

Conclusioni: la verità di Pasolini è ancora una domanda aperta

La mostra Pasolini. Anatomia di un omicidio e gli eventi collegati a Bologna non offrono risposte definitive, ma pongono una domanda che resta centrale: chi ha paura della verità?
Pasolini ci insegna che la verità non è un punto d’arrivo, ma un esercizio di coscienza.
E proprio per questo, cinquant’anni dopo, il suo sguardo resta una bussola morale per leggere l’Italia — allora come oggi.

FAQ su “Pasolini Anatomia di un omicidio”

1️⃣ Quando si tiene la mostra “Pasolini. Anatomia di un omicidio”?
Dal 30 ottobre 2025 all’8 febbraio 2026 presso la Galleria Modernissimo di Bologna.

2️⃣ Chi ha curato la mostra?
La mostra è curata da Gian Luca Farinelli, Marco Antonio Bazzocchi e Andrea Speranzoni, con scenografia e installazione di Giancarlo Basili.

3️⃣ Dove si svolge la Maratona Pasolini?
Presso il Cinema Modernissimo di Bologna, per tutto il mese di novembre 2025.

4️⃣ Quali opere di Pasolini vengono proiettate durante la rassegna?
Tra i titoli principali: Salò o le 120 giornate di Sodoma, Pasolini, un delitto italiano (restaurato), e Pasolini. Cronologia di un delitto politico.

5️⃣ Qual è il tema dell’installazione al MAMbo?
The Setting of Violence dell’artista olandese Rein Jelle Terpstra esplora la violenza come dimensione storica e percettiva, dialogando con la memoria pasoliniana.

6️⃣ Dove trovare il programma completo della rassegna?
Sul sito ufficiale della Cineteca di Bologna: https://cinetecadibologna.it

In definitiva, Bologna rende omaggio a Pasolini con un progetto che non solo ricorda, ma riattiva la sua voce nel presente: una voce che continua a chiedere giustizia, libertà e verità.

Mangia.

Scatto fotografico di Pasolini reperito a questo Link: https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=607662

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