A Pier Paolo
Ieri sera è stata una forte emozione raccontare in diretta radio del grande Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore e, per me, soprattutto un grande regista. Confesso che non ho letto molto di lui, perché non mi piace tanto leggere... Sono più una persona d'ascolto. Però ho visto tutti i suoi film, da "Accattone" a "Medea", passando per la trilogia della vita, la bellezza infinita de "Il Vangelo secondo Matteo" e infine il discusso e controverso "Salò o le 120 giornate di Sodoma". Per molti, "Salò" è un film molto, molto ardito, ma per altri, come me, è un capolavoro assoluto. Forse in "Salò" Pasolini riversa tutte le sue frustrazioni, la rabbia o magari la tristezza verso una società capitalistica ormai fatta, senza lasciare scampo alla classe operaia, completamente soggiogata dalla continua tentazione del capitalismo.
Pasolini, anima ribelle, libera, di una limpidezza assoluta e un'imparzialità unica. Peccato che dal 1975 ad oggi molti, artisti e politici (o, se preferite, tromboni), non abbiano fatto tesoro del suo modo di vivere, controverso come lui Senza partito e senza padrone, Pasolini si schierava dalla parte dei giovani carabinieri e poliziotti negli anni di protesta sessantottina.
Anche noi siamo vecchie marionette da buttare.
Pasolini era così: servo di nessuno, amico di tutti, con una voglia di libertà assoluta in ogni campo. E poi c'è anche la sua opinione antiabortista e tante altre sfaccettature che hanno reso quest'uomo uno dei più grandi pensatori. Grazie a Felice, editore di Radio Cantù, e ai nostri sponsor, ieri sera alla radio ho raccontato "Che cosa sono le nuvole", un film stupendo, di una delicatezza e grazia notevole. Il finale, tipicamente pasoliniano, sa emozionare e far riflettere, perché in fondo anche noi siamo vecchie marionette da buttare.
Ciao Pier Paolo.
Mangia.
Immagine reperita qua: pier-paolo-pasolini-5-marzo-1922-2-novembre-1975.jpeg (1200×675)

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