Omaggio a Pier Paolo Pasolini – Cosa direbbe oggi? (Only Fans The Mangia – Suno IA – AI feat Pier Paolo Pasolini.)
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
Buonanotte! Questa sera su Radio Cantù Brianza è andata in onda una live fantastica, piena di amici che hanno interagito con il programma. Ma veniamo al punto: ieri pomeriggio mi sono divertito con l'IA e ho creato una canzone omaggio a Pier Paolo Pasolini. Ho già programmato la Première su YouTube per martedì alle 23:59 del nuovo singolo del mio cantante virtuale Chat GPD - Suno .
Il titolo? "Omaggio a Pier Paolo Pasolini - Only Fans The Mangia – Suno IA – AI feat Pier Paolo Pasolini."
Oggi, riflettendo, mi sono chiesto: cosa direbbe Pasolini se vivesse nel 2025? Immagino lo vedrei osservare un mondo dominato da social network, immagini e piattaforme come OnlyFans, dove il corpo diventa merce, desiderio, potere e fragilità. Forse vi riconoscerebbe le sue profezie: una società che confonde libertà e consumo, trasformando l’intimità in spettacolo e la solitudine in intrattenimento.
Chissà cosa direbbe Pier Paolo Pasolini se vivesse nel 2025.
Forse sorriderebbe amaramente nel vedere che il mondo che aveva temuto — quello in cui il consumo diventa linguaggio e l’immagine sostituisce la realtà — è ormai la nostra quotidianità.
Viviamo immersi nei social network, dove ogni gesto è contenuto, ogni volto un filtro, e ogni corpo una moneta di scambio.
In un’epoca di apparenze digitali e desideri pubblici, Pasolini sarebbe ancora, come allora, scomodo e necessario.
L’eredità profetica di Pier Paolo Pasolini
Pasolini non è mai stato solo un regista o un poeta.
È stato un profeta laico, un visionario capace di leggere nei fenomeni del suo tempo i semi del nostro presente.
Negli anni ’70 denunciava il “nuovo fascismo” dei consumi, una dittatura silenziosa che omologa i desideri e cancella le diversità.
Scriveva:
“Non c’è nulla di più anarchico del potere economico quando si esprime con la libertà del consumo.”
Quelle parole oggi suonano come una radiografia perfetta dell’epoca degli influencer, degli algoritmi e delle piattaforme che regolano persino la nostra percezione del bello.
Il potere del consumo come nuova forma di controllo
Nel 2025, la libertà si misura in visualizzazioni.
Non è più il potere politico a controllare, ma quello mediatico e commerciale.
I social ci convincono che esprimersi è mostrarsi, che la ribellione passa da un post virale, che la bellezza coincide con l’approvazione altrui.
Pasolini avrebbe riconosciuto in tutto ciò la massima forma di conformismo moderno, dove persino la trasgressione è una merce.
La mercificazione del corpo: tra desiderio e alienazione
Là dove il corpo era simbolo di libertà e poesia, oggi diventa prodotto e spettacolo.
Piattaforme come OnlyFans incarnano perfettamente questa contraddizione: offrono autonomia, ma allo stesso tempo alimentano un mercato di immagini che riduce il desiderio a consumo.
Pasolini, che nel corpo vedeva un linguaggio politico, avrebbe forse gridato ancora una volta contro la “mutazione antropologica” che trasforma l’essere in apparire.
Il 2025 e l’era della pornografia digitale
La stretta di AgCom sui siti pornografici — in linea con il decreto Caivano — rappresenta un punto di svolta.
Dal 12 novembre 2025, non sarà più possibile accedere ai siti hard dichiarandosi semplicemente maggiorenni: basterà un clic per essere bloccati.
Un ente terzo e indipendente controllerà l’età dell’utente tramite sistemi come SPID o carta d’identità elettronica.
Lo scopo è chiaro: proteggere i minori.
Ma resta aperto il dibattito tra diritto alla privacy e tutela dei giovani — un equilibrio che Pasolini avrebbe sicuramente problematizzato.
“La libertà non è fare ciò che si vuole, ma capire ciò che si fa.”
Il corpo come linguaggio: da Pasolini a OnlyFans
Per Pasolini, il corpo era una forma di linguaggio primordiale, un luogo di verità e ribellione.
Nei suoi film, nella poesia e nei saggi, il corpo rappresentava la purezza dell’esperienza umana, contrapposta alla falsità del potere e dei media.
Oggi, invece, quel linguaggio è stato tradotto in pixel, filtrato da schermi, venduto a sottoscrizioni mensili.
OnlyFans, TikTok, Instagram: tutti spazi dove l’intimità diventa contenuto, dove il desiderio si misura in like.
Pasolini avrebbe visto in questa trasformazione una forma di schiavitù dolce, una libertà apparente che nasconde l’assoggettamento al mercato dell’immagine.
Non più corpi che comunicano, ma corpi che producono valore economico.
Eppure, c’è ancora speranza. Ogni volta che qualcuno usa il proprio corpo per denunciare, per creare arte o per smascherare le ipocrisie del sistema, Pasolini vive ancora — nel gesto, nella provocazione, nella consapevolezza.
Pasolini e la profezia dei media
Molto prima che esistessero i social, Pasolini aveva intuito il potere devastante dell’immagine.
Nelle sue interviste denunciava la televisione come il nuovo strumento di omologazione di massa, capace di ridurre la complessità del pensiero in slogan visivi.
Oggi, quel televisore è diventato uno smartphone, e ogni utente è insieme pubblico, attore e regista del proprio spettacolo quotidiano.
Viviamo in un universo di immagini dove la realtà viene sostituita dalla rappresentazione, dove il dolore deve essere esteticamente accettabile e la protesta deve essere fotogenica per esistere.
Pasolini avrebbe parlato di una società dell’apparenza assoluta, in cui la libertà non consiste più nel dire la verità, ma nel saperla comunicare con efficacia.
“Siamo tutti in pericolo”, aveva detto poco prima di morire.
Oggi quel pericolo ha un nome nuovo: indifferenza.
Cosa direbbe oggi Pier Paolo Pasolini
Probabilmente, guardando il 2025, Pasolini non si stupirebbe.
Direbbe: “Vi avevo avvertiti.”
Vedrebbe nei social network e nelle piattaforme digitali la forma più avanzata del potere che traveste l’omologazione da libertà.
Avrebbe parole dure per chi confonde la ribellione con l’esibizione, per chi scambia il desiderio con il consumo.
Ma, allo stesso tempo, Pasolini avrebbe anche un messaggio di speranza:
che la salvezza passa ancora attraverso la coscienza critica, la poesia, la riflessione.
Perché anche in mezzo al rumore, pensare resta un atto rivoluzionario.
FAQ – Domande frequenti su Pasolini e l’attualità digitale
1. Perché Pasolini è considerato un profeta della modernità?
Perché ha anticipato la società dei consumi, la crisi dei valori e l’avvento della cultura mediatica, con una lucidità impressionante.
2. Come avrebbe visto Pasolini i social network?
Probabilmente come la forma più raffinata di omologazione, dove l’individuo si illude di essere libero mentre segue modelli imposti.
3. Cosa pensava Pasolini del corpo e della sessualità?
Li considerava linguaggi politici e poetici, espressioni autentiche dell’essere umano, ma anche strumenti di denuncia sociale.
4. In che modo la nuova legge AgCom si collega al pensiero pasoliniano?
Rappresenta una riflessione sulla libertà e sui limiti morali della società. Pasolini avrebbe criticato sia la censura sia la superficialità con cui viene trattata la pornografia.
5. Cosa possiamo imparare oggi dal suo pensiero?
Che la libertà non è consumo, ma consapevolezza. Che la cultura è ancora un atto di resistenza.
6. Dove posso approfondire la figura di Pasolini?
Puoi leggere le sue opere principali come Scritti corsari, Lettere luterane e Petrolio, o visitare l’archivio digitale del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa.
Conclusione: Pasolini ci guarda ancora
Pasolini ci osserva da lontano, con quello sguardo dolente e ironico che sapeva leggere il mondo oltre le apparenze.
Il suo grido risuona ancora, più forte che mai, in un’epoca che ha sostituito l’anima con l’algoritmo.
Ma finché ci sarà qualcuno disposto a fermarsi, a riflettere e a trasformare la provocazione in arte, Pasolini non morirà mai.
Mangia.
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