Il supermercato del silenzio – Riflessione per il 2° novembre
Il 2 novembre non è solo una data sul calendario. È il giorno in cui la memoria si fa presenza, in cui i volti assenti tornano a vivere nei nostri pensieri, nei nostri gesti, nei nostri fiori.
Eppure, anche il camposanto sembra cambiato. Non è più solo luogo di raccoglimento, ma vetrina di apparenze. Fiori alla moda, lumini costosi, corse affannate per “esserci” una volta all’anno. Poi, tutto si spegne. Si torna al silenzio. Come i nostri defunti.
Ricordare è abitare
Ma ricordare non è un obbligo stagionale. È un atto d’amore. Una visita, un pensiero, una preghiera. Non solo il primo novembre, ma ogni volta che il cuore lo chiede.
Perché anche loro, i nostri cari, meritano di essere abitati nella memoria. Non come ombre, ma come presenze che ci hanno reso ciò che siamo. A tal proposito lo scrittore Campanile scriveva questo racconto, toccante e profondo, che ci ricorda come anche i nostri cari Defunti, giunti alla casa del Padre, trovino il tempo per passarci a salutare. Peccato che noi, presi dalla nostra quotidianità, spesso non li vediamo! Ma loro, testardi, ci restano Vicini Sempre... nonostante la morte!
I nostri morti di Achille Campanile
Oh! voi non lo sapete, voi non lo sapete, ma quando si chiudono le porte e s'accendono i lumi dentro le case, le anime di coloro che non sono più vanno a trovare i poveri vivi.
S'avanzano leggere, s'affacciano in punta di piedi ai vetri delle finestre a pian terreno, per guardare, non viste, quello che accade nell'interno...
Le anime accomodano i fiori sulle siepi, pregano per i superstiti che vedono andare e venire per le stanze accudendo alle tranquille faccende della sera...
Gettano piccoli baci, attraverso i vetri, nell'interno, e qualche volta guardano se ancora ci sono le fotografie appese alle pareti... lì dentro, una donna va e viene, prepara la cena, apparecchia la tavola, porta a far vedere un dolce che sta facendo con le sue mani, si fa andare il grammofono, si sfoglia il giornale, mentre fuori è buio e tira vento...
Poveri vivi! Le anime li stanno a guardare non viste, attraverso i vetri delle finestre, e piangono per loro; qualche volta cercano di fare un piccolo segnale e battono un piccolo colpetto sui vetri.
«È il vento » dicono i vivi; e pensano alle cose passate, alle persone scomparse, ai volti quasi cancellati dalla memoria.
Mangia.

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